Nel precedente articolo “Legge e possessione demonica” ci siamo lasciati con un curioso interrogativo che nella sostanza potremmo riassumere così: e se il nostro “cattivissimo” Diavolo fosse, in realtà, solo un “povero diavolo”?
Ne parliamo in questo settimo scritto, cercando di fare il così detto “avvocato del diavolo” (stavolta nel senso letterale del termine…) e ricordando che quanto vale per il “capo”, cioè per il Diavolo, può essere riferito, in una certa misura, anche alle sue schiere infernali.
La difesa, dunque, si articolerà nei seguenti punti: in passato il Diavolo non sempre è stato visto in termini negativi, egli è una vittima del disegno di Dio, il Demonio si prende delle colpe non sue.
Insomma, vedremo che la popolare espressione “povero diavolo” ha un suo perché,e ben più profondo di quanto si immagina.
E chiuderemo con una domanda. Cioè, che cosa pensa tra sé e sé il tanto vituperato Diavolo?
Il Diavolo nel passato
Ne abbiamo in parte accennato in precedenti articoli. Non sempre la gente ha avuto paura del Demonio. Il vero timore era la perdizione eterna.
Anzi,spesso è stato descritto in maniera ridicola, come uno stupidotto qualunque, e quindi facile da gabbare (o magari nelle vesti surreali di una “bella donna”).
E per gli umani costringerlo a fare deilavori impegnativi non era poi una operazione così difficile. Si pensi a tutti i “ponti del diavolo” costruiti dal Demonio in giro per l’Italia, e dove mai ha riscosso quanto pattuito con il terreno committente (come non pensare allora ad un “povero diavolo”, tanto gabbato da far tenerezza).
Senza dimenticare il “patto con il diavolo”, dove il Demonio poteva essere regolarmente imbrogliato se la sciagurata persona si pentiva all’ultimo momento.
E che dire del fatto che chilo invocavaall’interno di un cerchio magico nessun malepativa?
Morale, in passato quasi mai il Diavolo aveva “il coltello dalla parte del manico” e non dava certo l’idea di onnipotenza (insomma, era un “povero diavolo” in balia degli eventi e degli umori degli umani).
Così come poteva risultare buffo e simpatico, e tale era davvero per gli ortodossi (ricordo che secondo costoro, non credendo al purgatorio, l’inferno può essere solo una zona di passaggio).
Il Diavolo è una vittima
Non è una idea poi così peregrina. Se Dio ha un progetto per ogni cosa, anche la perdizione del Diavolo non potrebbe far parte di questo? Un po’ come la storia del povero Giuda, “costretto” a tradire Gesù affinché si compisse la Sua volontà sulla Terra.
Beh… in quest’ottica è davvero un “povero diavolo”, visto che altri hanno deciso al posto suo.
Non sempre è colpa del Diavolo
Lo dice la Scienza, il Demonio non c’entra nulla (anche perché la Scienza non contempla la sua esistenza). Quindi, le possessioni e tutti gli altri sinistri comportamenti umani sonosolo figli di problemi psicopatologici, di condizionamenti culturali e di “film mentali”.
Epure fra gli uomini di Chiesa c’è chi afferma che il Diavolo non esiste, che sia solo una metafora. Quindi, come può avere colpa ciò che è vistosolo come una superstizione medievale? La colpa è solo dell’Uomo.
Insomma, il “povero diavolo” è unicamente un capro espiatorio, come per quegli “studiosi” che gli affibbianola colpa di fenomeni insoliti, tali sono le stranezze del medioevale Sabba (quando, in realtà, l’inquietante comportamento delle streghe poteva essere figlio dell’abuso di sostanze psicotrope).
Ma il Diavolo come si vede?
Certo, si possono dare solo delle umanissime ipotesi.
Ad esempio, potrebbe rendersi conto di essere davvero solo e non amato, in realtà, solo temuto e adorato per convenienza. Perché il Diavolo, in fondo, pare un amante della compagnia, così come a volte sembra provare invidia per gli uomini che hanno qualcosa di prezioso a cui aggrapparsi, la vita. Visto che, per chi è immortale, “esistere” è una cosa scontata.
Quindi, a cosa dà valore il nostro “povero diavolo”?…
E magariè anche triste, nella consapevolezza che nulla potrà mai cambiare la sua situazione, ingessata in un infinito presente, e comunque sapendo di essere destinato a perdere l’eterna battaglia contro il Bene (ma non per questo ha abbandonato il campo).
E probabilmente si chiede se sia giusta la sua inappellabile condanna per l’eternità (in fondo, se “sapeva” perché Dio non ha fermato la sua scelta di ribellarsi?).
Eforse si domandapure perché nonabbia il diritto di pentirsi, come ogni essere umano (al quale sono date infinità possibilità fin tanto che rimane in vita).
E chissà… magari soffreanche di nostalgia per quello che poteva essere e non è stato, lui il “portatore di luce”, il più bello di tutti gli angeli.
Allora… che il Diavolo si senta lui stesso un “povero diavolo”?
Conclusioni
Durante le lunghe letture sul Demonio e le sue manifestazioni mi sono sorte alcune domande.
Ad esempio, egli, ad un certo punto,può decidere di salvare un’anima dannata? In fondo, anche se l’anima appartiene a Dio,è nella sua gestione.
Poi, è possibile che un Demone, sinceramente amato, si redima e ami a sua volta?
Inoltre, il Demonio si è mai incarnato in un corpo umano (cosa diversa dalla possessione in cui c’è una “convivenza” di figure)?
E come mai Gesù con la Resurrezione non ha vinto definitivamente il Diavolo? Cioè, cosa lo ha frenato?
Ma durante le letture che parlano del Demonio ho trovato anche parole sorprendenti. Come quelle pronunciate da un demone, quando afferma che “possiede” un corpo umano perché non sa dove andare, visto che all’inferno non ci vuole tornare, e per ubbidienza verso il suo capo, il Diavolo (in fondo, per portare un’anima alla dannazione non è necessario possederla, è sufficiente accompagnarla a peccare).
Ecco… non abbiamo solo un “povero diavolo”, riferito a lui, il Diavolo in persona, ma anche dei “poveri demoni”, che ricordano i nostrani e demotivati lavoratori dipendenti.
Comunque sia, alla fine, come quale sentenza per il Demonio? È colpevole o innocente?
Beh… dichiararlo innocente è impossibile, lui, emblema del Male assoluto, ma neppure totalmente colpevole. Perché se è vero che Dio ha dotato ogni Sua creatura, angeli compresi, del libero arbitrio, lo è altrettanto che la libertà può generare disastrosi errori (e la storia del Diavolo è qui a dimostrarlo). Senza dimenticare che Dio, onnipotente per definizione, sapeva “come sarebbe andata a finire”. Cioè, male…