Volete sapere cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Qual’è l’origine della vita, oppure se esiste la vita aliena nell’universo? Beh, allora non dovrete far altro che recarvi in libreria ed acquistare l’ultimo libro dell’astrofisico Stephen Hawking, recentemente scomparso alcuni mesi fa.
Nell’opera postuma, intitolata “Le mie risposte a grandi domande” (Brief Answer to the Big Questions) il compianto scienziato di Cambridge ha cercato di fornire riscontri concreti alle più importanti domande riguardanti la nostra esistenza, il nostro futuro e l’universo.
Tra le varie domande alle quali egli cerca di dare una risposta esaustiva (per le altre dovrete necessariamente fare riferimento all’opera), in particolare egli lancia l’allarme sul pericolo proveniente dallo sviluppo delle intelligenze artificiali che, grazie al progresso scientifico, fornirà macchine talmente ingegnose che ragioneranno in modo autonomo e quindi diverranno totalmente indipendenti dall’uomo.
Il pericolo maggiore, secondo lo scienziato, proverrebbe dalla loro peculiare facoltà di raggiungere velocemente lo scopo per il quale verranno create e ciò comporterà, inevitabilmente, una crescente incompatibilità con il loro creatore, cioè l’uomo, e la nascita di un potenziale pericolo per tutta la razza umana che sarà costretta, tra diversi millenni, a trasferirsi altrove per sopravvivere.
Trovare un’alternativa, un nuovo mondo ove poter continuare a sopravvivere sarà indispensabile anche alla luce di alcuni scenari apocalittici che potrebbero verificarsi nel prossimo futuro, come una guerra nucleare o la caduta di un grosso asteroide oppure a causa di cataclismi sempre più imponenti, dovuti ai continui cambiamenti climatici provocati dall’uomo, che potrebbero finire col distruggere definitivamente il nostro pianeta.
Secondo Hawking l’uomo dovrà quindi trasferirsi altrove, acquisendo non solo la tecnologia necessaria per poterlo fare ma anche modificando il proprio patrimonio genetico, attraverso manipolazioni che ci “miglioreranno” e ci permetteranno di resistere alle malattie aumentando di gran lunga la nostra aspettativa di vita. Soltanto se l’uomo riuscirà a riprogrammarsi, creando una sorta di “superuomini”, sarà infatti in grado di viaggiare attraverso le stelle e colonizzare gli altri pianeti presenti in un universo ove, con molta probabilità, pullula già la vita, sotto forma di razze intelligenti e più progredite della nostra che finora non sono state ancora ufficialmente individuate. Secondo l’astrofisico esse sono là fuori da tempo, da qualche parte lì nel cosmo, in attesa del momento giusto per palesare la loro presenza.
Hawking, infine, non tralascia l’occasione di soffermare il proprio pensiero sul nostro eventuale creatore, affermandone in pratica la non esistenza. Secondo l’astrofisico, infatti, l’origine dell’universo sarebbe soltanto frutto di leggi scientifiche che regolano il tutto e che comunemente siamo abituati a definire come le leggi di Dio.
Dobbiamo quindi rassegnarci e darci da fare? Crediamo proprio di sì, poiché il futuro che ci aspetta, secondo Hawking, non è così promettente come vorremmo tutti sperare.